Presidente Pozza: “Le Camere di Commercio sono gestite da imprenditori che svolgono gratuitamente il loro incarico: sembrerà strano, ma di fatto paghiamo per fare gli amministratori. Lungimirante la fusione fra le due Camere, Belluno da sola non ce l’avrebbe fatta. La Provincia di Belluno dal 2014 al 31 dicembre 2019 ha perso 579 imprese”.
Quale evoluzione della realtà bellunese dopo la fusione della Camera di Commercio di Belluno con quella di Treviso? Chi ha tratto benefici dall’unione delle due realtà? In queste domande è stato sintetizzato il franco confronto che i Lions del Club di Belluno hanno avuto con il Presidente della Camera Mario Pozza.
Il Presidente del Club Antonio Prade ha introdotto l’incontro ringraziando il Presidente Pozza per la sua disponibilità e ha chiesto all’ospite una chiave di lettura economico-lavorativa sui cambiamenti che si sono recentemente verificati sul nostro territorio.
Il Presidente Mario Pozza non si è sottratto alle varie sollecitazioni che gli sono state sottoposte. “ La Camera di Commercio di Treviso e Belluno è un Ente pubblico, locale, non vive di finanziamenti pubblici e non prende un centesimo dallo Stato. Le Camere di Commercio si finanziano in maniera autonoma con il diritto camerale annuale che è mediamente, dopo la riforma e per la tipologia delle imprese italiane, di 40 euro. Ovviamente le imprese più strutturate con dipendenti versano di più. La Camera di Commercio non svolge solo pratiche burocratiche o istituisce l’apertura di un’impresa, ma svolge anche altre funzioni importanti.”
Rispondendo alla domanda del perché c’è stata la necessità della fusione fra le due Camere di Belluno e Treviso il Presidente Pozza ha ricordato che: “ Il Veneto è un territorio imprenditorialmente vivace, qui operano circa mezzo milione di imprese e sono per la maggior parte medie e piccole. Negli anni scorsi, alcune Camere di Commercio, come Belluno e Rovigo, avevano delle difficoltà di bilancio perché il numero contenuto delle imprese non permetteva il mantenimento delle strutture e di creare il movimento dell’economia sotto tutti i suoi aspetti: dal turismo all’agricoltura, dal manifatturiero al credito oltre a rispondere alle responsabilità e compiti che il Governo ha loro affidato. Gli imprenditori, come fanno nelle loro aziende, guardano al futuro e gli amministratori degli Enti avevano scelto di anticipare ciò che la riforma delle Camere di Commercio avrebbe previsto. La fusione delle Camere di Belluno e di Treviso poteva essere la prima in Italia se non fosse stato per la speranza che Belluno, per la sua specificità montana poteva rimanere autonoma, Ciò ha ritardato il percorso, ma siamo comunque stati la terza Camera di Commercio a livello nazionale ad avere attuato questa scelta”.
Il Presidente Pozza ha poi ricordato che prima della fusione, la Camera di Commercio di Belluno doveva attingere al Fondo perequativo nazionale delle Camere per pagare gli stipendi e fare attività poiché le entrate permettevano una sua autonomia sino a ottobre che ha aggiunto: “Con la fusione siamo ora la prima Camera del Veneto come valore aggiunto e tutte le Camere del Friuli Venezia Giulia non fanno quanto la nostra”.
Riguardo alla domanda su chi ha guadagnato con la fusione, per Pozza: “Ne ha guadagnato tutto il mondo dell’impresa, sta aprendo nuove prospettive, permette sinergie, maggiori risparmi ed efficienza, economia di scala che prima non era possibile, in particolare per Belluno. L’accordo è stato un beneficio per tutti, con ristorno al territorio di risorse. Con la Provincia di Belluno abbiamo raggiunto delle intese e abbiamo condiviso progetti e interventi. Io sono presente a Belluno ogni settimana, incontro Organizzazioni e sindacati, visito le aziende e seguo le problematiche specifiche di questo territorio. Al momento della fusione la Camera di Belluno aveva 41 dipendenti e Treviso 110, ora ce ne sono 28 a Belluno circa 90 a Treviso. Quali professionalità c’erano? A Belluno c’erano tre uscieri. La Camera ha solo una sede staccata che è quella di Conegliano che ha più operatività di quella di Belluno avendo circa 100. 000 imprese mentre Belluno ne conta poco più di 18.000. A Belluno nel 2014 c’erano 18.816 imprese, al 31 dicembre 2019 ci sono 18.237, con 579 imprese in meno. A Treviso c’erano 97.605 imprese e a fine dicembre 97.556 con una diminuzione di sole 49 aziende”.
Dopo l’approfondimento sulle attività svolte dalla Camera, è’ seguito il dibattito sulle ragioni della chiusura delle aziende nella provincia di Belluno, circa 270 dovute al passaggio di Sappada al Friuli V.G. e le altre per la cessata attività. Sono stati poi affrontati i temi dell’economia bellunese, delle Olimpiadi, della viabilità, ecc. temi questi che saranno sviluppati in un prossimo incontro pubblico che il Lions Club di Belluno organizzerà a marzo.
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