Quando nevica la memoria corre alla mia infanzia, a quando con gli amici scendevamo con lo slittino per le strade deserte ma brulicanti dei nostri richiami. Quando il tempo non aveva tempo e il gioco era il tutto della nostra esistenza.
Ancor oggi mi ricordo il sapore indefinibile della neve che “mangiavamo” come fosse zucchero filato e di quell’aria unica che era pregna dell’anima della neve.
L’anima della neve
Neve
mano gentile, che copri di bianco
lo spoglio grigiore della natura,
che ricamando unisci
-con fili di trine-
gli avvallamenti,
che tessi con infinite trame
arabeschi sulle braccia nude
degli alberi,
che giochi, volteggi nell’aria
prima di adagiarti silenziosa
sulla terra che aspetta
-come un amante-
la tua amorevole coperta,
ammanta di candore questa giornata
nuovamente reinventata, rigenerata
dall’impalpabile profumo
dell’aria pulita.
Edoardo Comiotto
Devi essere loggato per lasciare un commento.