La folla, che commossa, ha partecipato al funerale del maestro Nevio Stefanutti, tenutosi presso la Chiesa Parrocchiale di Carve di Mel, ha sottolineato più di ogni parola la stima e l’affetto che godeva l’ufficiale degli alpini del genio trasmissioni, ma più di tutto il Maestro Nevio.
Giunto a Belluno da giovane ufficiale presso la Brigata Cadore, da sempre appassionato di musica, fu accompagnato a Mel da un suo collega militare dove incontrò un gruppetto di zumellesi che gli chiese se poteva aiutarli nel formare un coro. Nacque così nel 1971 la Corale Zumellese.
Il maestro Stefanutti, vista l’età matura dei coristi, aveva inserito come sistema educativo musicale il “Cantar leggendo” di Roberto Goitre e con le prime canzoni dal repertorio popolare friulano, un primo approccio alla polifonia. Fu per molti una vera scoperta e le varie esibizioni, inizialmente anche in osteria, e poi i concerti con Cori affermati, avvicinarono molte persone della Sinistra Piave, e non solo, a questa nuova esperienza corale.
Nevio Stefanutti introdusse altri grandi cambiamenti: la fondazione del coro voci bianche e poi giovanile e quindi la trasformazione da gruppo virile maschile a gruppo misto nel 1985 e in seguito l’individuazione nel giovanissimo Manolo Da Rold il suo successore lasciandoli la direzione nel 1998.
Al termine della cerimonia religiosa, molto sentiti gli interventi di commiato che sono stati portati dai rappresentanti del Corpo degli alpini e dal Genio Trasmissioni.
Alessandro Raschi, già Presidente della Corale Zumellese e Presidente dell’A.S.A.C. – Cori Veneto – ha affermato:” Nevio è stato un uomo che aveva la giusta visione del coro moderno quando solo pochissimi sapevano vederla mentre imperversavano ben altri modelli. Certamente è iscritto tra i grandi della musica e coralità di quegli anni che hanno fatto sì che il mondo corale sia diventato quello di oggi. La Corale ha avuto nella sua storia un fortissimo impatto su molti uomini, donne e famiglie creando legami di reciproca stima e di amicizia. Rapporti unici che tutt’ora sussistono per molti e in tante famiglie. Nevio, oltre che per la sua bravura come direttore, per la sua modestia, riservatezza e diponibilità, non sarà dimenticato”.
Al termine della funzione durante la quale ha eseguito alcuni sentitissimi brani del suo repertorio, la Corale Zumellese, unitamente a numerosi ex coristi, hanno salutato il loro indimenticato maestro con la canzone “Stelutis Alpinis”, tanto amata da Stefanutti che simbolicamente ha ricordato le sue origini friulane e l’inizio del lungo percorso della Corale iniziato ben cinquantuno anni fa.
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