
LUDOPATIA: QUANDO IL GIOCO NON E’ PIU’ UN GIOCO
La provincia di Belluno seconda nel Veneto per i soldi giocati
e per gli apparecchi da gioco presenti.
La ludopatia, dipendenza dal gioco, è diventata un’emergenza nella provincia di Belluno. Infatti, Belluno si colloca al secondo posto nel Veneto per i soldi giocati e per gli apparecchi da gioco presenti in rapporto al numero di abitanti. E’ quanto emerso dall’incontro organizzato dal Lions Club di Belluno con due esperti: il dottor Graziano Bellio e il dottor Alfio De Sandre. La Presidente del Club Luciana Zollino ha introdotto il tema, che è di grande attualità, presentando i due relatori che sono punto di riferimento per questa dipendenza nel Veneto e nella provincia di Belluno.
Il dott. Graziano Bellio, referente scientifico del Progetto Regionale Veneto in tema di Gioco d’azzardo, è Direttore del Dipartimento per le Dipendenze di Castelfranco Veneto ed è stato Presidente di Alea, società per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio. Dal 2000 si occupa di gioco d’azzardo problematico ed ha avviato uno dei primi ambulatori specialistici in Italia. Ha particolarmente approfondito i temi della valutazione del giocatore e dell’impulsività e ha condotto molti corsi di formazione per operatori in tutta Italia e in Veneto in particolare.
Molto interessante è stata la relazione del dott. Bellio che ha illustrato la dimensione del fenomeno a livello nazionale e regionale e i meccanismi psicologici del giocatore, i meccanismi di condizionamento e di dipendenza dei comportamenti d’abuso. Secondo l’esperto, i ricavi del gioco legale in Italia ammontano a oltre 96 miliardi di euro, senza considerare i casinò. Una cifra che deve fare riflettere. Il fenomeno è cresciuto molto nell’arco di dieci anni, aiutato anche dalla numerosa presenza nei locali pubblici di apparecchi elettronici da gioco. In Italia sono presenti 470.000 apparecchi elettronici, di cui 87.000 sono situati in locali come i bar e i locali pubblici. Rappresentano da soli circa la metà delle giocate.
Il fenomeno è complesso e coinvolge anche lo Stato Italiano che ricava da questo gioco delle risorse importanti. Bisognerebbe intervenire sull’accessibilità dei luoghi di gioco, sul meccanismo dei giochi che sfruttano l’imput psicologico premiante e sulla prevenzione.
Il fenomeno della dipendenza dal gioco nella nostra Provincia è stato affrontato dal dr Alfio De Sandre. Direttore del dipartimento delle Dipendenze della ULSS 1 Dolomitica e Responsabile del Servizio di Alcoologia di Auronzo, è punto di riferimento importante per molti pazienti e le loro famiglie.
Preoccupanti i dati che ha esposto in riferimento alla nostra Provincia. Il volume giocato è di circa 260.000.000 euro con una quota pro-capite di 1.258 euro. Ciò è dovuto, secondo il dottor De Sandre, anche alla capillarizzazione dei posti di gioco. Ha poi illustrato le iniziative messe in atto per arginare il fenomeno delle dipendenze in genere e dal gioco d’azzardo patologico, in particolare nelle fasce di età più giovane. Si è soffermato sulla formazione degli Operatori e la presenza del SERD su tutto il territorio provinciale e sui gruppi AMA (gruppi di mutuo aiuto) che offrono supporto alle famiglie coinvolte. Il gioco d’azzardo interessa trasversalmente ogni fascia di età e ha ripercussioni sul tessuto sociale e sulle famiglie in particolare. E’ un problema, come l’abuso dell’alcol e l’uso di droghe, che non coinvolge solamente l’interessato e la sua famiglia, ma l’intera collettività.
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