APPREZZAVA I GIORNALI LOCALI PERCHE’ VICINI ALLA GENTE E AL TERRITORIO
Quanto ci lascia una persona di grande spessore culturale, giornalistico, imprenditoriale e di fede è difficile tratteggiarne la figura senza dimenticare qualcosa della persona e di quanto ha costruito e fatto nel suo percorso di vita. Mi limiterò ad accennare al suo percorso nel mondo della stampa.
Ho avuto il piacere di conoscere don Lorenzo Dell’Andrea in vari momenti e d’ incontralo spesso nell’entrata o sulle scale di via Zuppani, io che andavo in Ufficio al terzo piano e lui al secondo nella sede di Telebelluno, dove ci fermavamo a commentare un evento o un fatto, o solo per un semplice saluto che racchiudeva, per me, la stima che avevo per quest’uomo di fede, capace di guardare con senso imprenditoriale anche alle cose terrene.
Personalità d’indubbia visione e capacità nell’organizzare, realizzare e amministrare beni della chiesa e di servizio sociale. Un prete che “indossava la cravatta” poiché voleva parlare con tutti e nei vari ambienti della società. Era curioso, aperto alle novità che inserì nel suo operato come nella Tipografia Piave. Mi ricordo che un giorno, andando in tipografia per la composizione del mio mensile, c’era un gran trambusto, un via vai di persone che spostavano macchinari e dei tecnici stranieri che stavano installando dei computer. Aveva svecchiato la tipografia portandola dalla linotype all’informatica.
Don Lorenzo è stato per trent’anni direttore de L’Amico del Popolo, tra i fondatori della Federazione Italiana Settimanali Cattolici e primo direttore nel 1976 di Radio Piave. Ricordo il periodo di difficoltà di Telebelluno, le rivendicazioni dei giornalisti e la sua capacità, dopo avere rilevato delle quote, nel trovare l’intesa con loro e di rilanciare l’emittente che poi seguì per lunghi anni come Presidente, diventando successivamente punto di riferimento con i suoi consigli.
Decano dei giornalisti bellunesi, gli fu conferito il Premio alla carriera dall’Ordine dei giornalisti del Veneto. Fu per numerosi anni componente del Sindacato dei giornalisti della nostra provincia dove apprezzai, nei suoi interventi, il desiderio di mantenere la professione giornalistica libera, corretta, legata ai principi etici e deontologici.
Nativo di Selva di Cadore, don Lorenzo era molto legato alla sua terra d’origine cadorina e ladina e spesso mi chiedeva come andavano e procedevano i mensili “Notizie Agricole”, “L’ombra”, e il periodico “Il Ponte” della Parrocchia Carve-Pellegai, complimentandosi per l’opera meritoria che, secondo lui, i giornali apportavano ai nostri Paesi, incoraggiandoci a continuare su questa strada. Più volte nelle sue rassegne stampa li citava.
Mancherà a tanti
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