
” Se a fin de marz al fa na brosàda, medha campagna la é rovinada”
Erio Bernard, nell’ambito di Agrimont a Longarone, ha presentato il suo nuovo libro “Il quaderno dell’Orto di casa mia”. Consigli, suggerimenti, proverbi e aneddoti della cultura contadina su come gestire al meglio le coltivazioni orticole.
Il limanese Erio Bernard ha già pubblicato alcuni libri dedicati al mondo rurale e alle attività agricole come il fortunato libro “Sull’arte antica del far i salami” che ha trovato apprezzamento anche al Salone del libro di Torino. Questa nuova pubblicazione fa parte della collana “Quaderni” edita da Kellermann Editore. Anima della Casa editrice è Roberto Da Re Giustiniani, un attento e intelligente editore che cura particolarmente la veste grafica e la valorizzazione delle opere. Ma non solo. E’ anche un bravo grafico e in questo volume ha illustrato le pagine con padronanza del segno e con realismo.
La presentazione è stata fatta da Edoardo Comiotto che ha delineato la figura dell’autore. Nato in una famiglia contadina, Erio Bernard ha appreso sin da bambino i valori della cultura rurale e conosciuti i ritmi e le cadenze della natura. La saggezza del mondo rurale lo ha sostenuto anche quando per esigenze familiari e in età giovanile ha dovuto abbandonare la scuola per andare a lavorare a Cortina. Erio non si perse d’animo e vince un Concorso europeo intergovernativo che gli ha consentito di frequentare un corso scolastico di ben tre anni in Germania, tant’è che Erio dice: “So parlar al tedesco kome al talian”.
Rientrato in Italia, non trovando occupazione, deve riprendere la valigia ed emigra per lavoro in Svizzera e in Francia per alcuni anni. Sono anni di difficoltà e di sacrifici, ma anche momenti di crescita in cui maturò varie esperienze umane e professionali. Lo sviluppo industriale del dopo Vajont permise a vari emigranti di rientrare. Fra questi anche Erio che ha trovato impiego in fabbrica e, grazie alla sua intelligenza e disponibilità, ha ricoperto vari ruoli di responsabilità in fabbrica con riconoscimento da parte dei datori di lavoro.
Il suo amore per la terra, però, non fu mai abbandonato e in questi anni il suo profondo legame con la cultura e le tradizioni contadine lo hanno aiutato in varie attività dove riesce ad esprimersi con competenza. Erio non pubblica i suoi libri solo perché gli è stato chiesto di divulgare la sua esperienza e conoscenza, ma perché vuole lasciare alle nuove generazioni un segno e una memoria della saggezza del mondo contadino. Cultura sedimentatasi nel tempo e che trova conferma anche ai nostri giorni come, ad esempio, in questo motto: ” Se a fin de marz al fa na brosàda, medha campagna la é rovinada” (Se a fine marzo gela, mezza campagna è rovinata).
Il quaderno ha in appendice l’intervento del prof. Orfeo De Nardi che fornisce indicazioni sull’agricoltura biologica e sui prodotti fitosanitari che si possono utilizzare. Un libretto facile da leggere e utile poiché, come dice Erio nella prefazione: “La cura che le nonne dedicavano all’orto era quasi un cerimoniale e doveva essere svolto in precisi momenti e con determinati metodi”.
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