
La presentazione del libro di Edoardo Comiotto “Pikadi par an fià”, appesi per un fiato, alla SOMS Lentiai non ha deluso le aspettative. Numeroso e partecipe il pubblico che ha sottolineato con applausi i vari interventi della serata.
Dopo l’introduzione di Gabriella Bondavalli, Presidente della longeva Società Operaia di Mutuo Soccorso, Dino Bridda ha saputo condurre la serata aprendo delle “finestre” dalle quali i presenti si sono potuti affacciare sul mondo della nostra provincia di fine ottocento e inizio del novecento. I recitativi dell’autore Comiotto e di Manuela Gaio hanno accompagnato gli intervenuti nel percorrere, con il racconto del giovane Bepi Belunat, momenti di vita di paese. Dal rituale di un matrimonio, al quale partecipava l’intera comunità locale, all’uccisione del maiale che era indispensabile per ottenere gli insaccati che fornivano il cibo nel freddo periodo invernale, al dramma delle balie da latte che andavano a servizio nelle case nobili lasciando il loro bambino dopo pochi mesi dalla nascita, all’emigrazione di tante persone verso terre lontane che andavano alla ricerca di miglior fortuna. La storia del giovane Bepi s’intreccia con gli eventi del periodo, emigra anche lui a quattordici anni andando a Milano, dove con impegno, capacità e intelligenza si fa apprezzare in una società che inizia a operare nel mondo della telefonia. Il giovane zumellese, d’origine povera, studia di notte, viene a contatto con i movimenti sindacali che rivendicano condizioni di vita migliori per la classe operaia e rientrato al paese per la visita di leva, incontra casualmente in una festa dell’amico Cesare, figlio del padrone della mezzadria, una bellissima ragazza figlia di un nobile feltrino. L’amore non ha confini, supera le differenze sociali e così sgorga fra i due giovani. Ad interrompere la vita civile di Bepi lo scoppia dell Prima Guerra Mondiale. Arruolato nel Corpo degli Alpini è assegnato al Battaglione Belluno, partecipa alle attività militari sulle Dolomiti, in particolare sul Lagazuoi e sulla Cengia Martini. Si va valere non solo per le sue competenze nella telefonia, ma per la sua disponibilità verso gli altri commilitoni.
Il racconto del protagonista si snoda attraverso le lettere alla famiglia e all’amata, attraverso le telefonate con i colleghi centralinisti e con la scrittura delle poesie che ben sanno trasmettere l’angoscia, la paura e i sentimenti dei tanti giovani che parteciparono alla guerra. I rapporti fra i ceti sociali dell’epoca sono evidenziati dal matrimonio riparatore; infatti, l’amata rimane incinta e l’unica maniera per salvare l’onore della famiglia nobile era di formalizzare il rapporto amoroso. Bepi non ha tempo di finire la licenza matrimoniale che gli arriva l’ordine di partire per il Grappa dove, aggregato al 3° Reggimento del Genio, partecipa a una guerra sanguinosa che poi ebbe epilogo con la vittoria del 4 novembre 1918. Notizia che gli giunge quando, ferito, è ricoverato in ospedale. I recitativi sono stati accompagnati dalla musica del maestro Celeste Levis, al piano, e dalla voce del baritono Luca Pivetta che hanno reso ancor più evocativa la serata.
Al termine dell’intensa serata, il Capogruppo dell’ANA di Lentiai Fabio De Gol ha ringraziato, unitamente alla Presidente Bondavalli, gli intervenuti e nello spirito alpino ha aperto il brindisi finale che ha coronato l’apprezzato incontro
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