Gianni era un Amico.
Ci siamo conosciuti tanti anni fa al Zempedon l’associazione dialettale bellunese. Erano gli anni di Chechi Prest, Agostino Perale, di Ugo Neri che mi diceva che piuttosto di adoperare nella grafia la K al posto della C si sarebbe tagliata la mano. Mentre Gianni ed io, e altri, avevamo iniziato ad adoperarla. Dalla poesia, che non ha mai abbandonato, il suo interesse si era spostato sulla cultura dialettale diventandone studioso e cultore, approfondendo vari campi come quello etnomusicale. Poi seguì la formazione del duo i Belumat con il tenore e musicista Giorgio Fornasier. Le oltre centinaia di canti che hanno composto e portato in giro per il mondo, con numerose tournée, hanno segnato un’epoca e data notevole visibilità al bellunese e alla sua cultura. Molto sarebbe da dire su quanto ha fatto, sulla sua simpatica, trascinante ironia, sulla sua capacità di coinvolgimento, sugli studi delle maschere popolari e la mostra-museo MEM, mentore dell’Associazione culturale Arca dei Volti, i vari approfondimenti della cultura popolare sfociata nella fondazione dell’Associazione Soraimar, ecc.
Mi sembra di sentirlo ancora quando andavo a trovarlo: “O ke bel, fatu ke ‘nte la porta, gnen entro!”
Ciao Gianni …se vedon de là al pi tardi posibile, ma ceneme al posto,… se no l’è masa kalt!
Edoardo
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