Gen. Lorenzo Cappello: “Il mio sogno sarebbe di accendere ancora la fiaccola olimpica a Cortina”.
Il tradizionale incontro estivo del Gruppo Alpini di Mel si tiene ogni anno nell’amena località di Zelant, un dolce pianoro, sito a 800 metri s.l.m. dove gli Alpini zumellesi hanno costruito una chiesetta in ricordo dei caduti di tutte le guerre.
La giornata è stata aperta dall’alzabandiera e seguita dalla S. Messa officiata dall’amico degli alpini don Giuseppe De Nardo. Al termine è seguita la deposizione di una corona presso il monumento titolato ai caduti e dispersi in Russia, simbolo di quanti si sacrificarono per la Patria.
Al termine della cerimonia, il Capogruppo Aldo Mastellotto ha salutato i numerosi intervenuti, le rappresentanze d’arma dei Cavalieri e dei Carabinieri in congedo, i Gruppi presenti con ben quattordici vessilli fra i quali quelli friulani di Casarsa della Delizia (Sez. Pordenone) e di Sevegliano Privano (Sez. Palmanova).
Il Sindaco del nuovo Comune di Borgo Valbelluna Stefano Cesa ha ringraziato gli Alpini per quanto fanno gratuitamente per le nostre Comunità e li ha esortati a essere elemento d’unione e di crescita della nuova realtà comunale. Il Vice Presidente della Sezione Ana di Belluno Renzo Grigoletto ha espresso vivo ringraziamento per la presenza del gen. Lorenzo Cappello.
Infatti, il gen. Cappello, pur Avendo già compiuto i novantotto anni, si sente partecipe dello spirito alpino, ne porta con orgoglio il cappello e segue le attività del Gruppo di Mel. Sollecitato da Edoardo Comiotto, ha risposto con commozione e piacere alle domande che gli sono state rivolte. “«Se sono riuscito a superare tutte le gravose e difficili prove che il destino mi ha riservato, devo ringraziare quanto ho appreso alla Smalp, la Scuola militare alpina di Aosta». Il generale Lorenzo Cappello ha raccontato delle sue vicissitudini sul Fronte Balcanico, la sua prigionia dopo l’8 settembre del 1943, la sua rocambolesca evasione e i suoi incarichi come dirigente superiore della Polizia di Stato.
Il gen. Cappello, ancora lucidissimo e in salute, ha poi ricordato con piacere il suo comando alla Scuola Alpina di Moena e l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 1956 dove ebbe l’onore di accendere la fiaccola olimpica sulle Tofane che passò poi a Zeno Colò per il tripode del Palaghiaccio. “So bene che l’età avanza, ma il mio sogno sarebbe di poter assistere alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali del 2026, e perché no, se possibile accendere ancora la fiaccola dei giochi a Cortina”.
Una giornata piena di emozioni e allietata dalla convivialità e dall’ottima cucina, un “rancio” preparato nello spirito alpino e servito con professionalità dalle simpatiche e sempre disponibili “Stelle Alpine” di Mel.
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